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La tela umbra

Orvieto, Panicale, Assisi, Perugia, Passignano sul Trasimeno, Tuoro sul Trasimeno, Città di Castello.
Possono essere le tappe di un suggestivo viaggio alla scoperta dei più antichi esemplari della tessitura a mano, attività che ebbe inizio tra l’XI e il XII secolo con grande rinomanza e diffusione, non solo in Italia, tra XIV e XV secolo.

Le tovaglie perugine, caratterizzate da decorazioni geometriche e figure di animali come grifi e aquile, e dal tipico colore turchino, marrone o rosso, venivano utilizzate nelle chiese come tovaglie da altare.
Si trovano riprodotte con notevole fedeltà in molte opere pittoriche, da Pietro Lorenzetti al Ghirlandaio. L’attività decadde alla fine del XVI secolo, fatta eccezione per alcuni conventi che la destinarono prevalentemente a usi liturgici.
La rinascita ha una data precisa: il 1906, quando all’Esposizione nazionale delle “Industrie femminili italiane”” di Roma, il padiglione dell’Umbria presentò con grande successo riproduzioni fedeli delle antiche tele umbre.

A Città di Castello l’opificio “Laboratorio tela umbra a mano”, attivato dalla baronessa Alice Franchetti Hallgarten, diede vita a produzioni di grande pregio e, ancora oggi, secondo una formula moderna, produce tessuti a mano finemente lavorati nei classici decori umbri. Nel palazzo Tommasini, sede storica del Laboratorio, è stata allestita la Collezione tessile di Tela Umbra.

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